Hello/Hallo/Privet

Non amo parlare di me, preferisco raccontare le storie degli altri… Ecco, credo sia questo il principale motivo per cui  ho scelto di rendere la mia passione per il videomaking un’attività professionale a tempo pieno.

Se anche tu stai cercando di far crescere un’attività imprenditoriale o culturale, potrai certamente capire le difficoltà che bisogna affrontare e la tenacia che occorre avere per poter realizzare i propri sogni. Anche senza conoscerci, probabilmente facciamo parte dello stesso club, in cui l’unica regola è:

OGNI SOGNO E’ POSSIBILE!

Un lungo viaggio

Un lungo percorso mi ha portato fin qui. Ho preso in mano la prima videocamera nell’era analogica. Era il 1991, avevo 5 anni quando ammiravo mio fratello montare i video di famiglia in salotto, tra grovigli di cavi, prese Scart, cassette e hardware del secolo scorso. In quegli anni avveniva il passaggio al digitale; al cinema uscivano “Jurassik Park” e “Toy Story” e io iniziavo a sognare… Ho cominciato a fare esperienza con il video 8, poi con il miniDV ai tempi del liceo, documentando concerti e manifestazioni scolastiche.

La classe creativa in Europa

Ho una formazione universitaria linguistico-letteraria; parlo tedesco, russo e inglese. Questo mi ha permesso di entrare in contatto con la classe creativa europea, stringere delle relazioni e collaborazioni e di approfondire il campo del video editing. Nel 2020 mi sono specializzato in motion graphic e videomarketing.

Reggio Emilia – Mosca, da casello a casello

Negli ultimi anni ho vissuto molte esperienze: alcune davvero emozionanti, altre molto formative. Ho avuto la fortuna di abitare per lungo tempo all’estero. Porto sempre nel cuore i periodi a Colonia, Berlino e Mosca. In queste città mi è sembrato evidente come cambia in fretta la cosiddetta “cultura visuale” e come nel nostro paese scontiamo spesso un certo ritardo e una scarsa attenzione ai trend internazionali.

Videomaking & Video Editing: una storia d’amore

Come in tutte le storie d’amore, tra me e il videomaking c’è stato un periodo di separazione. Ho voluto scoprire il mondo e la società, imparare come raccontare storie ed emozioni, approfondire il linguaggio visivo. Come tutti, a volte mi chiedo se non sarebbe stato meglio mantenere “la dritta via”… ma se è andata così, è perché doveva andare così. Oggi mi sento in costante formazione, con la voglia di migliorare per soddisfare al meglio i miei clienti e rendere orgogliosi i miei amici.

La fine è l’inizio

Ora, superata la soglia dei 30 anni, sento di poter affrontare qualsiasi aspetto della realtà senza timore, con la maturità di chi sa di possedere un metodo per raggiungere degli obiettivi e di poter aiutare gli altri a fare lo stesso.

Secondo Albert Einstein, la creatività non è nient’altro che un “gioco combinatorio”. E’ un’attività che in sostanza necessita di diverse esperienze e di uno spirito sempre pronto alla curiosità e all’ascolto. Servono inoltre capacità di sintesi e fiducia in sé stessi per poter pianificare, eseguire e controllare il proprio lavoro. Sono attività fondamentali, senza le quali nessun progetto, da quello apparentemente più semplice al più complesso, può essere realizzato.

“Non esiste una scuola per la sensibilità. Non esiste, è impensabile. Ci vuole un certo bagaglio intellettuale. Non parlerei di “cultura”… ma di arricchirsi lo spirito e di vivere.”

Henri Cartier-Bresson